Vi ricordate, vero, la cantilena che si intonava da bambini per canzonare qualche coetaneo troppo ingenuo? Quella che recitava: ci hai creduto / faccia di velluto! Ho dato per certo (perché la domanda infatti era retorica) che ve ne ricordaste, ma andrebbe obiettivamente premesso che è probabile che si ricordi della cantilena soltanto chi è nato negli anni Sessanta o nei Settanta. Dubito – non ho elementi in proposito, intendiamoci – che già i bambini di fine anni Ottanta sapessero ancora di cosa si trattava. Quelli dei Novanta e oltre, no di certo. Per chi non è un boomer o giù di lì, spiegheremo allora in breve che sentirsi indirizzare la suddetta cantilena era un grande affronto: era la prova che eravamo caduti come salami in un tranello.
Appena qualche giorno fa ho sentito il Presidente del Consiglio che di punto in bianco, nel bel mezzo di un intervento, si è ritagliato una digressione per deprecare ironicamente la presenza di tutta una serie di parole in inglese che era stato costretto (costretto?) a distribuire nel suo discorso. La circostanza ha naturalmente rinfocolato la polemica tra linguaTolemaici e linguaCopernicani, per così dire, ovvero tra coloro che vorrebbero un italiano esente da ogni contaminazione straniera e definiscono con disprezzo itanglese la lingua meticcia che da quella contaminazione scaturirebbe e invece coloro che in quelle stesse contaminazioni non scorgono nessuna minaccia per l’italico idioma (tranne individuare un po’ di buffo snobismo in chi ne fa un uso esasperato). Con quell’uscita il Presidente del Consiglio è divenuto improvvisamente il paladino dei primi che devono però essere rimasti profondamente delusi dall’intervento pronunciato il 24 marzo in Senato dallo stesso Mario Draghi alla vigilia del vertice europeo dei giorni successivi. Nel corso del suo più recente intervento, infatti, il Presidente del Consiglio ha utilizzato i termini task-force, shock e test e addirittura per due volte la parola partner. In tutti questi casi, se proprio avesse voluto, avrebbe potuto certamente utilizzare un sinonimo disponibile nella lingua italiana, a costo di ricorrere a una perifrasi. Ne deriva che i linguaTolemaici sono stati proditoriamente (oops, scusate: draghitoriamente) traditi dal Presidente del Consiglio quando invece sembrava proprio che lo stesso volesse farsi paladino indomito della campagna dei puristi per estirpare l’odiato itanglese. Ma c’è di più. All’orecchio di un linguaCopernicano favorevole al meticciato linguistico (e non solo) come chi scrive, l’utilizzo di quei termini inglesi non ha minimamente intaccato o reso meno comprensibili i concetti fondamentali espressi dal Presidente del Consiglio che ha peraltro platealmente dimostrato (con una contraddizione, rispetto a quanto affermato qualche giorno prima, che dovrà semmai sanare, se vorrà) come i prestiti da altri idiomi sono una prerogativa consolidata e per niente minacciosa della lingua contemporanea. Ci hai creduto / itanglese di velluto!
Mar
24
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