L’Aquila Cieca è un contenitore che contiene altri contenitori: un romanzo-matrioska a proposito del quale è difficile anticipare qualcosa senza rivelare contenuti “classificati”. Qua e là ho già parlato di Berlino e del rapporto che Silvana intrattiene con la città. Un rapporto, quello della protagonista de L’Aquila Cieca con la capitale della Germania, che (lo si può intuire tra le righe) è fortemente permeato di contenuti autobiografici. Basterebbe considerare che quella canzone di Sting, che Silvana ascolta in “loop” in una sera solitaria di riflessioni nella sua camera d’albergo, è stata realmente la colonna sonora del mio primo viaggio a Berlino nel 1986.
Ho detto qualcosa dei capitoli che si svolgono a Berlino perché quelle “rivelazioni” sono di fatto innocue ai fini del graduale scioglimento della vicenda. Ma non potrei avventurarmi oltre senza andare a intaccare quella necessaria sequenzialità di scoperte che caratterizza tutto il romanzo. Tutto quello che ho detto “in chiaro” del romanzo, non può oltrepassare questo limite. Altre informazioni sono riservate agli “iniziati”: ai lettori che frattanto avranno seguito passo passo Silvana nel suo percorso berlinese. Che è nei fatti soltanto il punto di partenza per un viaggio, per niente metaforico (perché Silvana gira in lungo e in largo mezza Europa nel giro di una decina di giorni), contrassegnato da nuove sorprendenti rivelazioni.
È nata allora l’esigenza di “cifrare” alcuni miei interventi. (A proposito, quello dell’immagine che correda questo intervento è l’Oberbaumbrücke che ha costituito per decenni uno dei check-point tra Berlino Ovest e Berlino Est: qualcosa, dunque, di estremamente rappresentativo in tema di contenuti cifrati…) Tra i contributi che sto pubblicando qui tra le News, ce ne sono alcuni a cui è possibile accedere attraverso una password che il lettore può facilmente individuare nelle pagine stesse del romanzo. Questi contributi “cifrati” – che non potrei proporre in chiaro appunto per non rivelare elementi che Silvana, e il lettore con lei, scopre gradualmente nel suo percorso – sono poi in realtà il diario di viaggio delle ricognizioni che ho compiuto per ambientare il romanzo. Perché, come già ho detto a proposito dei luoghi berlinesi in cui agisce Silvana Salieri, nel romanzo i personaggi si muovono in spazi che esistono realmente. Perfino i caffè che frequentano e gli alberghi in cui alloggiano (salvo rarissime eccezioni) esistono realmente, sono collocati esattamente nella sede descritta, hanno nella realtà quell’aspetto e quel nome indicati nel romanzo.
A proposito dei luoghi visitati da Silvana Salieri, tornerò dunque regolarmente a fornirvi nuovi elementi. Stay tuned…
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