Mi hanno insegnato che per andare avanti bisogna guardare indietro. Lo ha detto Annie Leibovitz in un’intervista recente. Io non credo in dio, ma nei fotografi sì! E quindi di Annie mi fido. Quantomeno mi identifico a tal punto in quello che lei ha dichiarato che proprio non posso fare a meno di guardarmi indietro e lo faccio sistematicamente ogni volta che scrivo e, magari a volte inconsapevolmente, anche ogni volta che scatto una foto.
Chi sono
Emmerich
Emmerich Thököly era un adolescente quando suo padre Istvan, nel dicembre del 1670, lo aveva fatto fuggire dal castello di Arva, nel nord dell’attuale Slovacchia, per sottrarlo alla cattura da parte dei soldati dell’Imperatore Leopoldo d’Austria. Alcuni anni dopo, nel 1683, a Emmerich si presenta l’occasione di vendicare l’eccidio di Arva e di assumere la corona d’Ungheria. È l’anno in cui il Gran Vizir dell’Impero Ottomano Kara Mustafà muove alla conquista di Vienna con un’armata sterminata di trecentomila soldati. Ma frattanto, a Venezia, il capo dell’intelligence della Serenissima Repubblica, Pietro Paolo Foscarini, comprende che quell’ungherese che vuol farsi ago della bilancia nel risiko tra i Turchi e l’impero di Leopoldo può fare al caso suo per il terremoto politico e istituzionale che si appresta a realizzare in laguna.
approfondisciL’Aquila Cieca
Quando s’imbatte casualmente in due disegni appesi alle pareti di un ristorante georgiano di Berlino, Silvana Salieri intuisce subito che si tratti dei disegni di Tamaz: uno dei più stretti collaboratori di Jean, il detective di una sezione investigativa della Grande Armée di Napoleone Bonaparte che indaga su casi anomali. Silvana conosce bene quella storia perché è stata lei a realizzare l’edizione critica del diario di Jean per la Janua Editions: la casa editrice di Parigi per la quale lavora. Ma proprio mentre via Skype comunica entusiasta a Paul, l’editor della Janua, la sua scoperta in quel ristorante di Berlino, sul web si affaccia un fantomatico follower sul profilo Twitter di Silvana. Il suo nome è Til Tuesday e del diario di Jean e dei disegni di Tamaz sembra conoscere aspetti che Silvana ignora…
approfondisciThe Blind Eagle
First novel of a series focused on the character of Silvana Salieri, a 42 years old Italian novellist and editor of a Parisian publishing house, The Blind Eagle opens up with the discovery by Silvana of two drawings in a Georgian restaurant in Berlin. The drawings depict two different situations described in the diary of Jean: an enforcement officer involved in Bonaparte’s campaign of Russia in 1812. Jean and his team – the young French forensic scientist Maximilien and the Georgian sketch artist Tamaz – carried out an investigation on serial murders occurred during Bonaparte’s campaigns. As soon as Silvana tries to know more of the drawings, a follower of her Twitter’s profile, whose nick is Til Tuesday, starts on revealing curious coincidences and inexplicable anachronisms between Jean’s diary and the lyrics of some famous pop songs of the last decades. The Blind Eagle – “freshly brewed” English version of the novel L’Aquila Cieca – is now available here as eBook.
read moreLutti agli Achei
A.G. è un investigatore che ha appena iniziato una psicoterapia con Jutta – che ha lo studio in un edificio storico di Vienna in cui Beethoven ha scritto alcune delle sue opere più famose – quando da un’azienda di Basilea riceve l’incarico di condurre un’indagine su due delitti avvenuti in rapida successione in un albergo dell’area aeroportuale di Amsterdam e in un residence di Milano. Quarantacinquenne con tante contraddizioni che scalpitano, A.G. dovrà conciliare l’esigenza di compiere molti viaggi per raccogliere informazioni sui delitti e su alcune inspiegabili connessioni che emergono strada facendo con la rigorosa scansione delle sedute con Jutta che spesso si trasferiscono, in modo abbastanza irrituale, su Whatsapp o al telefono. Lutti agli Achei – che nel titolo evoca uno dei primi versi dell’Iliade nella traduzione scolasticamente notissima di Vincenzo Monti – si svolge nella tarda primavera del 2022, quando il Covid-19 è, sì, un ricordo, ma uno di quei ricordi che hanno lasciato tracce evidenti e segnanti in molti aspetti della vita quotidiana. A.G. arriverà vicinissimo alla soluzione, poi, immediatamente dopo, capirà di non aver capito niente…
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